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Stoffa, carta, legno. Il Resto del Carlino (Ferrara), 4 aprile 2000

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Il Resto del Carlino (Ferrara), 4 aprile 2000

Stoffa, carta, legno.
Ma anche bottoni, cosmetici e prodotti alimentari, tutti ottenuti da una pianta antica: la canapa. Una coltura non solo distintiva dell'agricoltura ferrarese tradizionale, ma diffusissima in tutto il mondo fino a non molti decenni addietro, e che oggi in gran parte del globo è pressochè totalmente abbandonata. Un declino con molteplici spiegazioni: dallo sviluppo di altre fibre, naturali e sintetiche, a costi e complessità di alcune fasi della lavorazione del prodotto fino alla difficoltà di distinzione fra canapa tessile e «stupefacente». Di qui l'adozione di normative restrittive che, in Italia, si sono tradotte in un vero e proprio divieto di coltivazione. Negli ultimi tempi però, sulla spinta di una sempre maggior attenzione verso i prodotti naturali, anche la canapa è stata riscoperta. E proprio il Ferrarese - realtà leader nazionale nel settore durante gli anni Trenta - potrebbe vedere l'avvio di un impianto per la «prima trasformazione» della materia prima agricola. Un obiettivo al quale sta guardando CanapaItalia, il consorzio fra imprese industriali ed agricole interessate alla riattivazione di questa filiera. Una realtà nella quale anche il settore cartario ha scommesso. «Le difficoltà non mancano - spiega Giuseppe Fedrigoni, presidente della Fedrigoni Cartiere e di Assocarta, l'associazione nazionale delle imprese cartarie - anche perchè, pur potendo contare su una importante tradizione storica ci sono da recupeare i ritardi accumulati in questi anni di abbandono e c'è un know how probabilmente da ricostruire». «D'altro canto però - continua Fedrigoni - come Gruppo Fedrigoni abbiamo deciso di entrare in questo progetto. Perchè ci pare contenga i giusti presupposti per la creazione di un prodotto esclusivo, nuovo e ad elevato contenuto ecologico, da proporre su un mercato che pare proprio vivere un rinnovato slancio nei confronti delle tematiche ambientali». Tanto che proprio il gruppo veronese ora sta studiando la realizzazione di carte speciali, ottenute da un impasto di fibre riciclate 'preconsumer' di pura cellulosa, al quale si aggiungono fibre di cellulosa di canapa. Per ottenere da questo sistema di produzione una carta da destinare alla stampa ed all'editoria, alla legatoria, così come alla cartotecnica ed al packaging, «le cui finiture superficiali ed i colori - sottolinea ancora Giuseppe Fedrigoni - dovranno infondere le sensazioni tattili ed i concetti di spontaneità, tradizione e natura che questa materia prima rievocano». E per le 'storiche' colture ferraresi, si aprono quasi naturalmente interessanti prospettive di rilancio.

 

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