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Per Veronesi... Hip HippY URRA!

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PER VERONESI LE CANNE SE LE FANNO TUTTI, STUDENTI E PROFESSORI

"Il 50 per cento dei ragazzi si fa lo spinello, così come il 50 per cento degli insegnanti se lo fa o se lo è fatto", parola di ministro. Della Sanità, per giunta, e che ministro. Tal Umberto Veronesi, oncologo di fama mondiale che già a Genova, parlando alla conferenza governativa sulle droghe, a novembre, aveva stupito e scosso l'uditorio dichiarandosi personalmente favorevole a una "liberalizzazione" delle droghe leggere, tra l'esultanza del fronte antiproibizionista, i feroci attacchi di quello proibizionista, l'imbarazzato silenzio del Governo e dello stesso Amato. Veronesi è da poco tornato - con un'intervista rilasciata al settimanale Panorama e anticipata dalle agenzie - sul problema droga. Una dichiarazione che ora il ministro richiama: "Mi ero permesso di dire che purtroppo il proibizionismo non è lo strumento migliore, ma non c'è dubbio che ci sia bisogno di un'azione educativa e preventiva". La strada per combattere la diffusione della droga, vecchia e nuova, Veronesi la individua nella capacità degli adulti di creare interessi diversi nei ragazzi, una scuola più vivace, in cui si faccia attività sportiva, artistica, musicale e teatrale. "Il problema - ha aggiunto il ministro - è creare nei giovani l'interesse per il mondo della cultura e per una progettualità di vita, discutere con loro del futuro, parlare delle varie professioni, dare un interesse anticipato rispetto alle generazioni precedenti, perché i ragazzi, oggi, sono molto più precoci nell'informazione". E poi c'è l'altro grande filone per capire il fenomeno, ovvero la necessità di fare opportune distinzioni fra le diverse droghe. Il ministro ha parlato in particolare dell'eroina, definita una "droga di rifiuto e autoemarginazione, espressione di una incapacità dei giovani di accettare la società, e di pulsione all'autodistruzione". Diversa, dunque, dalle droghe sintetiche proliferate negli ultimi anni. Nell'analisi del ministro, "le droghe di oggi sono di segno opposto, di autoesaltazione: non c'è più una volontà di autoemarginarsi, ma di entrare nella società con la violenza, con una forza eccessiva... l'aggressività negli stadi, delle bande...". Veronesi ha sottolineato poi l'importanza di "rifarsi una cultura della droga" e ha proposto una grande conferenza sulla droga. Per quanto riguarda lo spinello, ha dichiarato: "Credo sia da 30 anni che i ragazzi lo fumano. Nelle scuole il 50 per cento se lo fa o se lo è fatto una, due o tre volte almeno, e gli undicenni che lo fumano o lo hanno fumato sono una frazione minima". Veronesi ha sottolineato di essere contrario allo spinello e insistito: bisogna "difendersi dalla droga come dal fumo delle sigarette", "una catastrofe".

Ma Veronesi non si ferma qui e come un ciclone investe, con le sue opinioni sulle droghe, la politica italiana. E così il 15 gennaio, con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, si difende dall'ondata di polemiche seguite alle sue dichiarazioni sulla diffusione del consumo di droghe leggere e chiede ai professori di partecipare al tavolo di lavoro sulle droghe. Il ministro sostiene che le polemiche sono nate da una sua frase, estrapolata dal contesto, e chiede scusa di questo ai docenti. Poi, rivolgendosi direttamente a loro, scrive: "Conosco bene il vostro lavoro prezioso e appassionato; so delle difficoltà, spesso gravose, in cui siete costretti ad esercitarlo. E sono consapevole che il ruolo a voi assegnato nell'educare al sapere e anche al vivere è difficile e tuttavia esaltante'". Lancia quindi un appello agli insegnanti: "Abbiamo tutti da farci perdonare molti peccati di omissione verso i giovani. Troppo spesso ci siamo limitati sbrigativamente ad innalzare steccati di proibizione piuttosto che indicare loro prospettive e fattivi progetti di vita. Alcol, fumo e droga nel loro uso e abuso sono tre rischi che pesano, ma dai quali non siamo stati sempre in grado di dare una mano ai ragazzi perché non ci caschino dentro. La vostra esperienza mi sarà di grande aiuto".

Ettore Colombo
(15 febbraio 2001)

 

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