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Fitocosmesi- Olio di canapa, Paolo Poggi e Roberta Donadelli
ERBORISTERIA DOMANI - ottobre 1999

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È stata per secoli una pianta necessaria: materia prima indispensabile per realizzare fibre per tessuti e cordami. È diventata per una generazione la pianta "proibita", al centro di controversie sulla liceità o meno dell'assunzione dell'oleoresina delle infiorescenze, ricca di composti psicoattivi. Oggi torna, finalmente, come pianta utile per l'olio che se ne ricava dai semi. Un olio di grande pregio cosmetico (e in prospettiva futura anche dietetico) in ragione del suo elevato contenuto in acidi grassi insaturi. Il tutto partendo dalla coltivazione, su ampia scala, di varietà di sementi contenenti meno dello 0,3% di THC (le sostanze psicoattive della pianta), il cui impiego è liberamente consentito anche in base alle norme europee. L'olio di canapa ha una elevata fluidità, penetra molto facilmente, ed è per questo un eccellente olio da massaggio; in cosmesi si propone come ingrediente indispensabile in tutti i prodotti "anti-aging":;, destinati al trattamento di pelli secche, disidratate, senescenti.

Canapa è il nome italiano della pianta Cannabis sativa, del genere Cannabinacee, erbacea, alta due metri e più, annua, dioica, a radice fittonante e stelo dritto fustoloso e peloso, con foglie picciolate palmate, a divisioni lanceolate, dentate. I fiori femminili sessili ascellari in false spighe, quelli maschili in pannocchie; i frutti ad acheno. La pianta promana un caratteristico odore per la presenza su steli e foglie di peli glanduliferi.

L'olio di canapa (è stata omessa la prima parte riguardante "un po' di storia" della canapa).

Riferiamoci ora allo sfruttamento industriale della canapa relativo alla estrazione dai suoi semi di un olio di alto interesse grazie al suo elevato contenuto in acidi grassi insaturi, che, come tutti sanno e come meglio vedremo in seguito, sono sostanze di assoluto valore a fini dietetici e cosmetici. Per l'olio estratto dalla canapa esisteva il problema connesso al fatto che talune varietà della pianta tipiche delle zone tropicali presentano una maggiore quantità di peli glanduliferi (citati sopra), specie sulle infiorescenze femminili; tali peli secernono una oleoresina ricca di una miscela di alcaloidi (cannabina, cannabinina, ecc.) a proprietà oppiacee e narcotiche (componenti psicoattivi). Da queste specie si ricavano hascish e marijuana.
È per questa ragione che, da sempre, sono sorti contrasti e diatribe circa il possibile "legale" uso industriale di questa pianta per estrarne l'olio, anche se è stato dimostrato che esistono ben marcate differenze tra le specie adottate per l'estrazione di droghe – e scientificamente appartenenti ad un'altra varietà classificata come Cannabis sativa var. indica – e le altre (in genere tutte le europee) a più basso contenuto (meno dello 0,3%) di componenti psicoattivi e idonee pertanto alla lavorazione dei loro semi per l'estrazione dell'interessante lipide.
In Francia viene da diversi anni prodotto un olio di canapa conforme ai requisiti delle regolamentazioni europee in materia. Nel 1997, una società industriale produttrice, operante nel campo dei derivati vegetali, la Teco Finance, ha stretto un rapporto di collaborazione con il Comitè Economique Agricole de la production di Chanvre e le Huileries du Berry al fine di sviluppare e rivoluzionare l'uso dell'olio di canapa in campo cosmetico. Esperti hanno messo a punto varietà di sementi contenenti meno dello 0,3% di THC (le sostanze psicoattive contenute nella pianta) ed oggi è possibile produrre e quindi proporre al mercato un olio (ottenuto dai semi opportunamente trattati e macinati sul luogo del raccolto) che corrisponde alle norme europee ed il cui impiego è liberamente consentito anche nel campo della cosmesi, oltre che in quello dietetico.

Gli EFA dell'olio di canapa
Introduciamo ora l'argomento "acidi grassi insaturi", cioè spendiamo due parole per illustrare brevemente alcuni prodotti di alto interesse dal punto di vista biologico, che come anticipato, ritroveremo nell'olio di canapa.
Nei lipidi in genere sono presenti acidi grassi a lunga catena di atomi di carbonio del tipo saturi (tutti conosciamo ad esempio l'acido stearico, il palmitico, il miristico, ecc.) i quali, in via generale non hanno alcun interesse specifico ai fini del trofismo cutaneo ed alcuni acidi grassi insaturi – cosiddetti in quanto contengono nella loro catena di atomi di carbonio dei doppi legami – ai quali sono invece riconosciute specifiche proprietà trofiche per la cute. Alcuni di questi acidi grassi insaturi, per il loro alto interesse biologico e per il fatto che devono essere assolutamente presenti – ed in quantità sufficiente – nel nostro organismo, vengono scientificamente definiti come EFA (Essential Fatty Acid) cioè Acidi Grassi Essenziali.
Questi particolari acidi, che si ritiene non vengano sintetizzati dall'organismo umano a velocità sufficiente per soddisfare le esigenze dell'organismo stesso, si ritrovano in lipidi vegetali (che sono in grado di sintetizzarli in notevoli quantità per desaturazione progressiva dell'acido oleico) ed in animali marini (certi tipi di pesci come sgombri, sardine, aringhe, merluzzo). La loro carenza provoca sia nell'uomo che nell'animale, specie in soggetti più giovani, sindromi specifiche (arresto della crescita, indesiderate manifestazioni cutanee quali lesioni, pelle secca e squamosa, fenomeni eritemici, ecc.). Tali sindromi regrediscono se si somministra all'organismo colpito una giusta dose di tali acidi. Parziali modificazioni dei bisogni EFA si possono anche verificare col variare dell'età ed in particolari condizioni fisiologiche.
Sono state condotte ricerche al fine di stabilire il fabbisogno ottimale di EFA da parte dell'organismo umano, ma pur avendo assunto importanti informazioni, non tutto è stato rivelato. Per decenni le composizioni a base di EFA e le loro possibilità applicative hanno riguardato solo e specificamente il campo dell'alimentazione e della dietetica.
Composizioni a base di fosfolipidi contenenti acido arachidonico o ricche in acido gamma-linolenico potevano rappresentare soluzioni di indubbio valore se utilizzate sotto forma di regolari e permanenti regimi dietetici o curativi. Poi, una trentina di anni fa, è apparsa la prima domanda di brevetto intesa a sfruttare composizioni contenenti EFA a fini cosmetici: si trattava cioè di somministrare tali principi attivi all'organismo per via topica, cioè attraverso la pelle. Come dire che, un EFA opportunamente veicolato in un cosmetico (crema, oleolito), poteva direttamente incorporarsi nei lipidi strutturali dello strato corneo per il mantenimento della giusta idratazione. Da allora l'uso di tali preparati ha preso piede e si è rivelato di estremo interesse soprattutto per realizzare cosmetici destinati a pelli tendenti alla rugosità, alla secchezza, alla screpolatura. Il campo ideale di sfruttamento oggi di tali principi attivi in preparati cosmetici è certamente quello relativo ai cosiddetti "cosmetici anti- ageing", cioè prodotti anti invecchiamento, tendenti a migliorare l'aspetto esterno della pelle e ritardarne per quanto più possibile il processo di invecchiamento.
Si è anche scoperto che l'effetto reidratante e restitutivo di elasticità ed emollienza alla cute apportato dal trattamento con cosmetici contenenti nella loro frazione lipidica acidi grassi insaturi essenziali è progressivo, cioè progredisce col perdurare del trattamento. L'olio di canapa, estratto per spremitura dai semi della pianta, è da considerarsi un nuovo e veramente interessante lipide per cosmetica – oltre che integratore dietetico – in funzione dell'alto contenuto (circa il 75%) in acidi grassi insaturi, oltre che varie vitamine.
La quantità di acidi grassi insaturi contenuta in quest'olio è veramente inusitata, qualora si consideri che le tradizionali "fonti naturali" più ricche in tali acidi attualmente utilizzate (olio di fegato di pesci di mari freddi e olio di borragine) non superano il 30%.
Nella tavola 1 acclusa è riportata la composizione percentuale dei vari acidi grassi, saturi, insaturi e superiori dell'olio di canapa. Abbiamo nel disegno evidenziato i tre acidi grassi insaturi essenziali (acido linoleico, acido alfa- linolenico e acido gamma-linolenico) che costituiscono – come già detto – oltre il 75% della composizione totale dell'olio. Dalla tabella è pure facile rilevare quanto sia ridotta nell'olio in oggetto la quantità di acidi grassi saturi presenti, non utili ai fini dietetici e trofici cutanei, come ben si sa. Gli acidi grassi superiori (ecosaenoico, behenico, ecc.) a loro volta costituiscono un quantitativo tra il 2 ed il 3%. In particolare è da far notare che, tra gli oli naturali contenenti insaturi, è proprio l'olio di canapa quello che presenta un rapporto veramente ottimale (1:3) tra i due acidi grassi essenziali più importanti: Omega 3 (acido gamma-linolenico – LNA) e Omega 6 (acido linoleico – LA). La dietetica moderna oggi dà molta importanza a questo rapporto tra Omega 3 e Omega 6.

L'olio di canapa in cosmesi funzionale
Da alcuni decenni sono ormai di corrente uso cosmetico alcuni lipidi vegetali a cui è riconosciuto un abbondante contenuto in acidi grassi insaturi essenziali. Più raro l'uso in cosmesi di lipidi di derivazione marina (da pesci) il cui uso è peraltro preponderante nel campo dei preparati dietetici.
Per rifarci ai lipidi vegetali a tali proprietà, basterebbe ricordare l'olio di Borragine (Borago officinalis L.) e di Enotera – quella che gli anglosassoni nominano come Evening Primrose – (Oenothera biennis); all'olio della prima pianta è riconosciuto un alto contenuto (ca. 25%) in acido gamma-linolenico; alla seconda un contenuto di circa il 9% dello stesso acido. A parte il problema odore (peraltro in alcuni casi superato con la presentazione di elaborati altamente raffinati) i due oli in questione – tra l'altro spesso ed abbondantemente supportati da una adeguata letteratura scientifica – hanno trovato positivo utilizzo in vari preparati cosmetici a funzione trofica cutanea.
L'olio di canapa si inserisce ora a pieno diritto tra questi speciali lipidi per le sue qualità sopra descritte e per la sua natura che ne fa una vera ricca fonte di ingredienti funzionali ai fini del mantenimento del buono stato di salute della pelle.
L'olio di canapa oggi è disponibile sia in forma di "olio vergine", ottenuto per spremitura a freddo dei semi di canapa, sia come "olio raffinato" indicato per formulazioni cosmetiche più sofisticate, ove si richiede meno odore e meno colore.
L'olio di canapa è caratterizzato da una elevata fluidità e dal fatto che penetra molto facilmente. Tra gli oli da massaggio, ad esempio, è certamente da considerarsi il migliore per le sue prerogative appena esposte e per il fatto che è moderatamente untuoso.
Per il fatto che presenta un così alto titolo in acidi grassi essenziali, è da ritenersi un ottimo ingrediente per prodotti (creme, latti, geli, oleoliti, ecc.) destinati al trattamento di pelli secche, disidratate, senili, un ingrediente cioè indispensabile proprio nella preparazione di quel tipo di cosmetici sopra ricordati che oggi vanno sotto la denominazione anglosassone di anti-ageing.
L'olio di canapa è pure altamente suggerito quale componente ideale di prodotti solari (specialmente in preparati doposole) e di saponi.
Vecchia, bistrattata pianta di canapa, messa in pensione dall'avvento della viscosa, del nylon e di altre fibre sintetiche che ne hanno preso il campo, ha atteso qualche anno per passare al contrattacco e dimostrare che era ancora in grado di offrire all'uomo qualcosa di valido. Ed ecco che ci offre quest'olio, ricco di principi attivi preziosi, sfruttabile mirabilmente in campo dietetico e, soprattutto per quanto più ci riguarda, nella realizzazione di preparati cosmetici di superiore qualità.

Paolo Poggi e Roberta Donadelli
(da ERBORISTERIA DOMANI - ottobre 1999)


Tavola 1 – Composizione in acidi grassi dell'olio di canapa.



Denominazione
Struttura
% nell'olio



Acido palmitico
C16:0
5,8

Acido palmitoleico
C16:1
0,2

Acido stearico
C18:0
2,6

Acido oleico (Omega 9)
C18:1 W9
11,4

Acido linoleico (Omega 6 – LA)
C18:2 W6
54,7

Acido gamma-linolenico (Omega 3 – LNA)
C18:3 W3
18,4

Acido alfa-linolenico (Omega 6 – GLA)
C18:3 W6
2,6

Acido arachidico
C20:0
0,8

Acido eicosaenoico
C20:1
0,8

Acido eicosadienoico
C20:2
0,1

Acido behenico
C22:0
0,3

Acido lignocenico
C24:0
0,1


I tre acidi grassi insaturi essenziali costituiscono oltre il 75% della composizione totale dell'olio. In particolare è da far notare che, tra gli oli naturali ricchi di insaturi, l'olio di canapa presenta un rapporto veramente ottimale (1:3) tra i due acidi grassi essenziali più importanti: Omega 3 (acido alfa-linolenico) e Omega 6 (acido linoleico).

 

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